La battaglia del Monte Sella

La cappelletta del Monte Sella

La settimana scorsa si è tenuta la 67a commemorazione della battaglia del Monte Sella: una manifestazione importante di cui vogliamo dare conto, anche con un po’ di ritardo, perché è giusto ricordare e sarebbe bello che questa ricorrenza sia ancora più partecipata nei prossimi anni.

Anche quest’anno si sono ritrovati alla Cappelletta del Monte Sella tanti ex partigiani, i Sindaci dei Comuni di Serra Riccò, Sant’Olcese e Montoggio, molte ANPI della Provincia di Genova e non, oltre ad altre Associazioni e comuni cittadini per commemorare la battaglia dove persero la vita Luciano Zamperini “Luci” ed Ezio Faggioni “Lino”, gli unici combattenti della Brigata Balilla caduti nei 20 mesi di guerra resistenziale.

Proprio sul Monte Sella infatti, sullo spartiacque tra il comune di Montoggio e quello di Sant’Olcese, il 14 Aprile 1945, un importante contingente tedesco fu sconfitto dalla Brigata Balilla, aprendo la via ai Partigiani verso la Val Polcevera. Il prezzo pagato fu la vita dei due giovani.

Partigiani (al centro il Comandante Battista) dopo la battaglia del Monte Sella

Nel luglio del 1944 la permanenza in Val Polcevera divenne troppo pericolosa, per cui decisero di prendere la via dei monti, sotto la guida di “Battista” (Angelo Scala), per unirsi alle formazioni partigiane della Divisone Cichero, comandata da “Bisagno” (Aldo Gastaldi). Il loro arrivo in montagna, come distaccamento “Balilla Grillotti” (dal nome di un patriota caduto) coincise col rastrellamento dell’agosto 1944, dove combatterono alla Cappella di Cardenosa, Barbagelata, Casoni di Vallescura, Cabanne di Rezzoaglio, dove ottennero persino il passaggio nei partigiani di alcune decine di alpini della Monterosa, Clavarezza, San Clemente, Crocefieschi. Dimostrato così il loro valore, nel dicembre 1944, Bisagno diede loro il compito di operare nei monti fra la Val Bisagno e la Val Polcevera, con principale punto di raccolta a Sella di Montoggio (essendo un distaccamento d’assalto non aveva una sede fissa).

Con la base nei monti, il distaccamento “Balilla” operava con quotidiane azioni nel fondovalle e nei comuni della cintura, grazie alla collaborazione dei contadini dei monti, di cui aveva saputo conquistare stima e fiducia, e l’appoggio degli abitanti della città, che vedevano in loro il riscatto della Patria dalla dittatura e dallo straniero; in tal modo contribuiva alla disorganizzazione delle forze di occupazione, mantenendole costantemente nel timore di improvvise azioni partigiane; in seguito a queste prove di valore, il 25 febbraio “Bisagno” promosse “Battista” al grado di Comandante di Brigata con questa motivazione: “Comandante di una formazione speciale, spinta come punta avanzata della “Cichero” nei sobborghi stessi di Genova, con ponderata audacia riusciva ad infliggere sensibili colpi al nemico, suscitando nella popolazione simpatia ed entusiasmo per la causa Garibaldina. Chiaro esempio di valore e, soprattutto, di ciò che può anche una piccola formazione quando è disciplinata ed audacemente diretta”. In tal modo il distaccamento divenne la Brigata d’assalto Balilla, quotidianamente protagonista di innumerevoli azioni, ora volte anche a tutelare impianti e stabilimenti dalla distruzione tedesca.

Il 14 aprile una colonna di circa 100 tedeschi attaccò Case Sella, fu respinta con gravissime perdite, ma nel combattimento caddero il vice comandante “Luci” (Luciano Zamperini) e “Lino” (Ezio Faggioni).

La Brigata Balilla fu la prima formazione partigiana di montagna ad entrare in Genova durante l’insurrezione del 23/25 aprile, contribuendo alla liberazione della Val Polcevera e di Sampierdarena.

I vari distaccamenti scesero convergendo da varie località: il N. 3 entrò in Bolzaneto all’alba del 24, il n. 1 da Sella, attraverso Busalletta, Sant’Olcese e Manesseno, arrivò a Morigallo nel pomeriggio, attaccando il comando piazza tedesco, il numero 2 da Sella per la costa di Creto, Torrazza e Costa di Pino, dove mise in fuga un presidio repubblichino, arrivò in serata a Morigallo, dove contemporaneamente arrivava anche il n. 4 da Crocetta d’Orero e Pedemonte e poco dopo il n. 5 da Molini di Voltaggio, Passo della Bocchetta, Ceranesi, Livellato e san Biagio: in questo modo il comando piazza tedesco si arrese, con 130 prigionieri, compreso il comandante; il 26 aprile viene costretto alla resa anche una forte colonna tedesca, asserragliata nella camionale.

Battista fu insignito della Bronze Star inglese con la seguente motivazione: “for heroic achievement in connection with military operation against the enemy from 1 March to 2 may 1945. As Commander of the Brigade Balilla of the Italian Partisan movement, Angelo Scala, despite the lack of arms and equipment, continually harassed the enemy by constant acts of sabotage and attacks on convoys and troops. Demonstrating amazing ingenuity and skill, combined with unswerving loyalty and heroism in effecting the plans of Allied Commanders, he utilised the facilities at his disposal to the maximum advantage of the Allied Forces.  The praiseworthy contribution of Angelo Scala and his organization, to his country and the allied cause are in keeping with the highest tradition of freedom loving people”.

Sulla sua tomba nel cimitero di Bolzaneto è scritto:

Se vuoi sapere cosa significò Partigiano, per coraggio e coscienza contro il terrore nazifascista, questo è un Partigiano. Più delle sue imprese gappiste, più del suo grado di Comandante della Brigata Balilla, che operò su questi monti e vie familiari come forza popolare di libertà, più della Bronze Star, della Medaglia d’argento al Valor Militare, della promozione sul campo, vale il semplice nome “Battista”, la fermezza delle poche parole, l’esempio non sminuito dal passare di non facili anni, finché si ricongiunse qui ai suoi compagni. Angelo Scala 1908-1974 “Battista”

(fonte: http://www.pierostagno.it)